Secondo Carl Whitaker, noto psicoterapeuta familiare, il #matrimonio consiste in un particolare e potente processo dialettico che oscilla attraverso un continuum che va dall’appartenenza e arriva all’individuazione.
La forza della #coppia può diventare tanto soddisfacente e irresistibile da indurre i partner ad abbandonare completamente il proprio processo di individuazione per sviluppare una sorta di adozione bilaterale in cui ciascun partner accetti di essere il genitore dell’altro, per godere il privilegio di essere il figlio della coppia.
La base del successo di questa complessa dialettica è il processo di #appartenenza e di #separazione già sviluppato nelle famiglie d’origine. La capacità di appartenere alla propria famiglia d’origine avendo contemporaneamente il coraggio di individuarsi, evolve lentamente.
Se la prima esperienza della vita di studente fuori sede o la prima esperienza lavorativa sono positive, allora l’individuo può osare separarsi sempre di più. Se può tornare a casa dopo aver affrontato con successo il mondo esterno, diventerà via via sempre più livello di sviluppare una relazione intima con la propria famiglia di origine.
Separandosi ed individuandosi la persona può essere pronto a #sposarsi e a formare una nuova #famiglia. Tuttavia non si tratta di un processo completo di separazione, perché ciascun partner deve riuscire ad appartenere alla nuova famiglia senza perdere l’intimità con quella di origine.
Idealmente il matrimonio diventa dunque un processo che coinvolge due persone, ciascuna delle quali deve contemporaneamente appartenere e separarsi, lottando per raggiungere una forma di parità che garantisca ad entrambe il diritto di separarsi.
La caratteristica più importante del matrimonio sia quella di essere un processo di cambiamento nel quale i partner hanno la possibilità o l’opportunità di negoziare alcuni diritti, privilegi, e capacità individuali, per il vantaggio di appartenere ad una #diade che è più forte di ciascuno di loro preso isolatamente e dalla quale entrambi traggono la forza necessaria per affrontare la realtà sociale e culturale nella quale sono inseriti.
Come direbbe anche Alfredo Canevaro “nel cammino della vita sto meglio con te che da solo”
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