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RADICI

Studio di Psicologia Relazionale

Siamo due psicologhe che operano e collaborano sul territorio aretino.

L'idea di RADICI nasce dal significato profondo che per noi hanno le appartenenze per lo sviluppo e la costruzione dell'identità della persona. E' da qui che crediamo sia importante partire per supportare la persona nel suo percorso di crescita.

"In principio è la relazione" - Buber M. (1993)

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Psicologia Relazionale

Quello relazionale sistemico è uno degli approcci più diffusi, si indirizza con modalità diverse ad individui, coppie e famiglie e l’applicazione dei suoi principi si estende a gruppi di lavoro scolastici e professionali.
L’ approccio si definisce relazionale perché attenzione ed intervento sono focalizzati sulle relazioni interpersonali, attuali e remote. Una riorganizzazione nei comportamenti interpersonali e nei vissuti individuali può non solo correggere errori e incomprensioni, ma anche favorire la scoperta e l’impiego di nuove risorse, migliorando oltre ai sintomi anche la qualità della vita.
L’approccio si definisce anche sistemico perché il disagio espresso dal paziente non viene trattato come individuale ma come espressione di un problema nel suo sistema di relazioni.

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DI QUALI PROBLEMATICHE

SI OCCUPA?

“Propongo di considerare la sistemica come una posizione, un modo di osservare, un atteggiamento conoscitivo”

                                                           Heinz von Foerster

L'approccio relazionale consiste nell' affrontare le problematiche delle persone nel contesto delle loro relazioni con le persone significative nella loro vita e nelle loro reti sociali. Dato il carattere sociale degli esseri umani, non ci sono problemi che non risentano di aspetti di relazione o che non possano nella relazione con gli altri trovare una soluzione.
Focalizzare l’attenzione sul sistema di relazioni significative in cui la persona vive introduce un importante cambiamento nelle definizioni e nell’uso di parole quali sintomo, diagnosi, prognosi e cambiamento,

rileggendoli in chiave relazionale.
Ecco quindi che il sintomo non è più visto come il problema del singolo individuo che dev’essere risolto e “aggiustato”, quanto una disfunzione nel funzionamento dell’intero nucleo familiare e i cui effetti si ripercuotono su tutti i membri e sulle loro relazioni.

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